The first Post-Covid Festival Italiano in Auckland took place yesterday, attracting thousands of people.
I had the fortune and the honor to be the Entertainment Manager for this unique event.
Thank you very much to all the artists/performers who contribute to making the Italian Festival an absolute must-attend event in Auckland, Aotearoa.

https://www.dante.org.nz/festival-italiano
https://www.facebook.com/FestivalItalianoNZ/
https://www.instagram.com/festivalitalianoauckland/?hl=en
https://www.thedenizen.co.nz/gastronomy/after-a-two-year-hiatus-newmarkets-festival-italiano-is-back-and-better-than-ever/

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Down Under: Finalmente letteratura!!! ANTONIO TABUCCHI

Sponsorizzato dall’Ambasciata d’Italia a Wellington, dal Ministry for Ethnic Communities della Nuova Zelanda e dalla Società Dante Alighieri di Auckland, il podcast Finalmente letteratura! vede il Professor Bruno Ferraro* e Matteo Telara chiacchierare di autori, società, letteratura e cultura italiana dal lato opposto del mondo, nel cosiddetto Down Under neozelandese, tra aneddoti curiosi e brevi approfondimenti.

In questo secondo episodio, Bruno e Matteo, contornati da Continua a leggere

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Down Under: Finalmente letteratura!!! ULISSE

Sponsorizzato dall’Ambasciata d’Italia a Wellington, dal Ministry for Ethnic Communities della Nuova Zelanda e dalla Società Dante Alighieri di Auckland, il podcast Finalmente letteratura! vede il Professor Bruno Ferraro* e Matteo Telara chiacchierare di autori, società, letteratura e cultura italiana dal lato opposto del mondo, nel cosiddetto Down Under neozelandese, tra aneddoti curiosi e brevi approfondimenti.

In questo primo episodio, Bruno e Matteo, contornati da Continua a leggere

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Silvia Pareschi e l’arte del tradurre: cinque domande che avrei voluto farle a suo tempo.

Sono passati oramai più di 6 anni dall’intervista che feci a Silvia Pareschi, traduttrice dall’inglese all’italiano di grandissimi autori – da Jonathan Frazen a Zadie Smith, da Junot Díaz a Julie Otsuka, da Nancy Mitford a Don DeLillo (e molti altri ancora), e autrice di una raccolta di racconti dal titolo I jeans di Bruce Springsteen e altri sogni americani, Giunti, 2016.

L’ho ricontattata di recente, per porle alcune domande che non le avevo fatto allora, oltre ad altre che avrei voluto farle adesso. Ne è venuta fuori una breve chiacchierata che spero vada a completare quella, più corposa, fatta nel  2015.

Dunque, Silvia, quello del traduttore è un viaggio nella mente e nella sensibilità di un altro scrittore, prima ancora che nelle sue storie, al punto che, forse, ci si potrebbe spingere a dire che chi traduce finisca per arrivare a conoscere aspetti di un autore che sfuggono all’autore stesso. Dal 1992 al 2021 hai tradotto cinque romanzi di Jonathan Franzen (l’ultimo, “Crossroads”, è uscito quest’anno per Einaudi). Cosa ci puoi dire di Franzen e del mondo che racconta?

Il mondo di Franzen, lo sappiamo, è la famiglia. La famiglia che viene analizzata, dissezionata, sviscerata, della quale vengono mostrati i meccanismi distorti, ma alla quale si ritorna sempre come nucleo fondante della società e delle storie. Dalla famiglia si partiva per un viaggio nei temi della contemporaneità: nelle Correzioni il passaggio della società americana da un’economia industriale a un’economia basata sul Continua a leggere

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Things you might have forgotten: its worth fighting for.

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DanteDì in Nuova Zelanda: Marco Sonzogni, “Quantum of Dante” e “More favourable Waters”.

          

Quest’anno, in occasione del settecentenario della morte di Dante Alighieri, l’Italia e il mondo intero celebrano il Sommo Poeta con una serie di eventi e celebrazioni quali i DanteDì (le “giornate dantesche” o, nel mondo anglosassone, i Dante Day) il 25 marzo e il 14 maggio.
Proprio in occasione del primo DanteDì, e poi, a seguire, il 16 aprile, la Società Dante Alighieri di Auckland ha organizzato due presentazioni di due volumi di grande interesse e peculiarità.
Il primo porta il titolo di More favourable Waters, ed è un’antologia di 33 poeti contemporanei neozelandesi ai quali è stato chiesto di rispondere, con una propria opera originale, al Purgatorio di Dante. 
L’antologia, è stata curata dagli editor Marco Sonzogni (Victoria University) e Timothy Smith (Oxford University), con la collaborazione dell’Ambasciata italiana in Nuova Zelanda e dell’Istituto Italiano di Cultura di Sydney. More favourable Waters, verrà pubblicato, appunto, il 25 marzo, in occasione del Dantedì.
Marco Sonzogni è anche l’editor del secondo testo, dal titolo Quantum of Dante, pubblicato in un’edizione limitata dall’editore Beatnik (https://www.beatnikbooks.co/products/quantum-of-dante ), con illustrazioni di Ant Sang, multipremiato artista, illustratore e autore di graphic novel, le cui opere sono ampiamente pubblicate negli Stati Uniti e in Gran Bretagna, Canada, Francia, Taiwan, Australia e Nuova Zelanda Aotearoa. 
Abbiamo avuto la fortuna di incontrare Marco Sonzogni ad Auckland, prima dell’uscita dei due volumi, e abbiamo colto l’opportunità per porgli alcune domande.

1) Cominciamo da te, Marco. Sul sito della Victoria University di Wellington, di cui sei Reader in Translation Studies (Professore Associato di Traduttologia), vieni definito  “an award winning poet, literary translator and editor”. Per quanti non ti conoscano e vogliano avere più informazioni sul tuo conto, puoi parlarci del tuo percorso umano e professionale, e di come sei approdato in Nuova Zelanda Aotearoa? Continua a leggere

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Things you might have forgotten

People are afraid of themselves, of their own reality; their feelings most of all. People talk about how great love is, but that’s bullshit. Love hurts. Feelings are disturbing. People are taught that pain is evil and dangerous. How can they deal with love if they’re afraid to feel? Pain is meant to wake us up. People try to hide their pain. But they’re wrong. Pain is something to carry, like a radio. You feel your strength in the experience of pain. It’s all in how you carry it. That’s what matters. Pain is a feeling. Your feelings are a part of you. Your own reality. If you feel ashamed of them, and hide them, you’re letting society destroy your reality. You should stand up for your right to feel your pain.

(Jim Morrison)

Illustrazione di William Blake (Capaneo, il bestemmiatore, Inferno, tav.29)

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Gianni Rodari in Nuova Zelanda!

“Vorrei che tutti leggessero, non per diventare letterati o poeti, ma perché nessuno sia più schiavo”. Questo sperava Gianni Rodari, poeta, scrittore, pedagogista, partigiano, giornalista, ‘fantasista’ di rilievo della narrativa italiana del secolo scorso, di cui in questi giorni si festeggia il centenario della nascita.

Per l’occasione, Bologna Children’s Book Fair e la Regione Emilia-Romagna  hanno organizzato la mostra Figure per Gianni Rodari. Eccellenze Italiane, con le opere di ventuno illustratori italiani che dagli anni Settanta ad oggi hanno illustrato e reinterpretato le sue storie per grandi e per piccini.

Malgrado si stia qui parlando dell’unico scrittore italiano ad aver vinto il prestigioso Premio Hans Christian Andersen (il cosiddetto Nobel della Letteratura per bambini, ricevuto nel 1973) nonché uno dei pochi ad essere stato tradotto in ben 46 lingue (soprattutto negli stati dell’Europa dell’Est, in Russia, in Cina e in Sudamerica) Gianni Rodari è tuttora praticamente sconosciuto Continua a leggere

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Natural High

E’ sempre un piacere sentire Rob Machado parlare di surf e vita. Nelle sue parole, puoi ritrovare lo stile inconfondibile, armonico, rilassato, naturale di come cavalca le onde.
Non è mai una sorpresa. Dopo tutto, surfiamo le onde come surfiamo la vita.

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Andrea legge nel tubo: “Il ponte di Fiumegrande”, da “Mastro-don Gesualdo”, di Giovanni Verga.

Le ‘letture’ di Andrea Sciuto.

Una bella video-lettura dell’amico Andrea Sciuto (una delle mie preferite, tra le sue numerose), uscita diverse settimane fa, dal titolo Il ponte di Fiumegrande da “Mastro-don Gesualdo” di Giovanni Verga.

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Il diritto al respiro

Del diritto al respiro avevo già parlato in un articolo su Eric Garner, nel 2014.
A quei tempi il presidente degli Stati Uniti era Barack Obama ma essere di colore, in una qualunque città del cosiddetto Mondo Libero, era ancora una ragione sufficiente per essere giustiziati per mano di agenti, in strada, durante un banale arresto.
Adesso che alla lunga lista di nomi si è aggiunto anche quello di George Floyd, mi trovo costretto a riproporlo, ancora volta e mio malgrado, nella speranza che possa finalmente essere l’ultima.

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Viviamo in un mondo in lotta tra diritti e soprusi, povertà crescente e ricchezza sempre più concentrata nelle mani di pochi. Viviamo in una società basata sempre più sui conflitti, di razza, di genere, di religione e non ultimo, appunto, di ricchezza, che poi è divenuta l’attuale scala di valori su cui giudicare gli altri, dopo la scomparsa di quel concetto di ‘classe’ che tanto a lungo aveva caratterizzato il secolo scorso.
Dagli Stati Uniti, nazione che fino a non molti anni fa veniva indicata come luogo simbolo delle lotte per i diritti civili, e che all’indomani dell’elezione di Barack Obama sembrava aver definitivamente superato i fantasmi della discriminazione razziale, arrivano ogni giorno storie di violenze e ingiustizie operate da parte delle forze dell’ordine nei confronti di persone di colore. In Italia più che il colore sembrano contare (come spesso accade dalle nostre parti) le conoscenze. E così, per un’escort appena maggiorenne che fa la vita della milionaria tra il Messico e Dubai, ci sono i vari Giuseppe Uva, i Federico Aldovardi, gli Stefano Cucchi, entrati Continua a leggere

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Things you might have forgotten

«L’uomo è nato libero e ovunque si trova in catene.»

(Libro I, cap.1 “Argomento di questo primo libro”, Contratto Sociale, Jean-Jacques Rousseau (17121778).

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